Amici miei
siete quindi tornati
amici miei
gli spaventi nascosti dove sguardo
dove respiro irriflessivamente
dove amo per vivere
Voi:
rabbie cece dei passi notturni
convulsivi
fra gli olivi e le vigne
imperturbabili
Voi:
pianti
né liberatori
ne calmati
mi prendete il cuore, stringetele
come fosse già la roba vostra
- ma batte ancora
mi prendete l’anima
dove stanno la musica e la felicità
- ma io sento ancora
non siamo più fratelli la luna ed io
non siamo più amanti l’amore ed io
non balliamo più – le mie sorelle ed io
siete quindi Voi, tornati
sicuramente
Vi riconosco da bambino
venivate su di me lenti, potenti, imperterriti
più di più grandi
più di più adiacenti
più di più rilevanti
più di più attigui
ragazzo abbandonato
sotto cuscino bagnato, senza soffio, serravo i pugni
siete forti
tanto, che la mia stella non perspicacia più la nebbia
nel quale coltivate la follia mia
pregare a Voi stessi
cercavate il vostro Signore?
io umile, arrogante, grande, umano...
credere al pardon, forse
ed alla giustizia, forse
o meglio – prendete me per sempre
poiché non vedo
che il mio sguardo paralizza
che il mio respiro avvelena
che il mio amore nasce l’odio
o meglio – Vi ne supplico la grazia
di non farmi capire di non farmi sentire
che non ha più senso la mia esistenza
chi siete Voi?
giro la testa per non me vedere
e fracasso lo specchio della risposta
sangue sulle mie mani
sangue sul mio cuore.
26 dic.95, San Giovanni Teatino
I Premio, Concorso Lietarario "D'Anunzio - Michetti"
Pescara 2006